II Domenica dopo l'Epifania
Is 25, 6-10a; Sal 71 (72); Col 2, 1-10a; Gv 2, 1-11
Isaia disse: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni». (Is 25,6-7)
Isaia annuncia il momento dell’incontro definitivo con il Signore, motivo di gioia. Per descriverlo usa l’immagine di un banchetto, poiché un pasto è l’occasione dell’incontro, della condivisione, della vita che assume tutto il suo valore nell’abbondanza.
Proprio con un banchetto Gesù si rivelerà pubblicamente per la prima volta, a Cana. Il gesto che egli compie è segno per tutti coloro che attendevano il messia. Chi era attento alla Scrittura poteva certamente tornare con la memoria a quel banchetto descritto da Isaia, per intuire che in Gesù si sarebbe attuata l’alleanza definitiva, che quel gesto era una promessa decisiva. Proprio oggi ogni cristiano può considerare che quell’alleanza è accaduta, durante un altro pasto, quando la salvezza si è realizzata nel dono che Gesù ha fatto di sé. Celebrando il memoriale di quel dono ogni cristiano può allora vivere riconoscendo che veramente il Signore dona a tutti di partecipare all’abbondanza dell’incontro con lui.
Preghiamo
Il Signore libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
dal Salmo 71 (72)