Giovedì della IV settimana di Avvento

Ger 16,19-21; Sal 15 (16); Zc 10,6-9; Mt 21,18-22

«Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete». (Mt 21,21-22)

In Dio nulla è impossibile. Un albero sfortunato e un monte finito in mare: immaginare di parlare con la natura è già difficile, pensare di ottenere una risposta parrebbe impossibile! Eppure il fico si secca e, pensando alla fede di Gesù, non facciamo fatica a immaginare che la montagna possa alzarsi e camminare verso il mare. Questa è la provocazione di Gesù che ci parla della potenza della preghiera non dopo avere compiuto un miracolo prodigioso, ma dopo avere pronunciato una maledizione. La condizione per pregare è la fede, intreccio di fiducia, umiltà, carità. Nella preghiera ci si consegna a Dio, al suo amore e alla sua volontà, accogliendo con fiducia ciò che Lui desidera svelare. E quel «tutto» che si riceve senza vacillare ha il sapore della promessa che nasce appoggiandosi a Lui, senza pretese. Forse, senza quelle foglie di fico, Gesù non ci avrebbe rivelato il segreto per pregare!

Preghiamo

Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Dal Salmo 15 (16)

 

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