Mercoledì della settimana della I Domenica dopo Pentecoste

Es 6, 2-11; Sal 67 (68); Lc 4, 38-41

Pertanto di’ agli Israeliti: “Io sono il Signore! Vi sottrarrò ai lavori forzati degli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi riscatterò con braccio teso e con grandi castighi. Vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrae ai lavori forzati degli Egiziani. Vi farò entrare nella terra che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe; ve la darò in possesso: io sono il Signore!”».

Il Signore si presenta a Mosè come colui che vuole liberare il popolo. In quelle poche parole è racchiusa la sua identità, ma anche quella di Israele: un popolo scelto per essere libero, che godrà di una terra nella quale poter realizzare la libertà che gli è donata. Un popolo che scoprirà che la libertà deriva dall’alleanza con il Signore, è data da un legame che è dono.
Anche oggi è il giorno per scoprire la libertà che è donata a tutti, realizzata rispondendo pienamente all’offerta fatta dal Signore.  

Preghiamo

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore.
Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!

Dal Salmo 67 (68)

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