VII Domenica dopo Pentecoste

Gs 10, 6-15; Sal 19 (20); Rm 8, 31b-39; Gv 16, 33 – 17, 3

Quando il Signore consegnò gli Amorrei in mano agli Israeliti, Giosuè parlò al Signore e disse alla presenza d’Israele: «Férmati, sole, su Gàbaon, luna, sulla valle di Àialon». Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto? Stette fermo il sole nel mezzo del cielo, non corse al tramonto un giorno intero. Né prima né poi vi fu giorno come quello, in cui il Signore ascoltò la voce d’un uomo, perché il Signore combatteva per Israele. (Gs 10,12-14)

Il Signore è dalla parte del suo popolo: lo ha liberato e ha promesso una terra dove vivere. Il suo favore si conferma tramite un evento inaudito, affinché il popolo possa portare a termine la sconfitta dei nemici, addirittura ascolta la preghiera di Giosuè e consente di fermare il corso degli astri, così da concedere un giorno più lungo. Lui, che ha il potere su tutto il creato, lascia che sia la guida del popolo di Israele a decidere il ritmo della natura.
Nella descrizione di questo fatto prodigioso è descritta la cura estrema che il Signore ha per il suo popolo, tanto grande da mettere al suo servizio l’intera creazione, tanto grande da mettersi in ascolto della sua creatura preferita, un essere umano.
Questo brano mette tutti in discussione, portando a verificare quanto profondo sia il rapporto con il Signore: Giosuè insegna che si può costruire con lui un legame sincero, che arriva fino a presentare richieste all’apparenza inaudite, ma che sono motivate dalla fede profonda, che sa che il Signore non si oppone mai al bene per il suo popolo.

Preghiamo

Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto.
Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste.

dal Salmo 19 (20)

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