Sabato della III settimana di Pasqua

At 8,1b-4; Sal 65 (66); 1Cor 15,21-28; Gv 6,30-35

Scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria… andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola. (At 8,1b.4)

Dopo il martirio di Stefano inizia, ad opera di Saulo, una violenta persecuzione per la prima comunità cristiana ma anche una catena di testimoni di Cristo, che annunciano la buona notizia alla luce della Pasqua e della pentecoste: davvero il sangue dei martiri diventa seme di cristiani! L’attività missionaria della Chiesa si allarga, la Parola viene annunciata in tutto Israele, fino a Cesarea (cfr. At 8,40) ad opera del grande evangelizzatore che è stato il diacono Filippo. Anche qui troviamo un binomio inseparabile: evangelizzazione-persecuzione. Davanti all’annuncio del Vangelo, c’è chi lo accoglie e c’è chi lo ostacola anche con la violenza fisica contro i cristiani. È la lotta tra il bene e il male che percorre la storia umana, è la lotta tra l’amore di Dio per l’umanità e il rifiuto di molti. In questo contesto l’opera missionaria è sostenuta dall’unità del collegio apostolico, che davanti al pericolo non si disperde, e continua ad essere punto di riferimento per i credenti, attraverso due strumenti essenziali: la preghiera e l’ascolto delle Scritture.

Preghiamo

Sia benedetto Dio, Padre di Gesù Cristo nostro Signore,
che nella sua misericordia ci ha fatto rinascere e sperare
nella vita senza fine perché Gesù Cristo è risorto dai morti.

(1 Pt 1,3)

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