Mercoledì della III settimana di Pasqua

At 6,1-7; Sal 32 (33); Gv 6,1-15

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, erano trascurate le loro vedove. (At 6,1-2)

La comunità cristiana cresce rapidamente accogliendo al suo interno sia giudei sia ellenisti; ne consegue la nascita di esigenze diverse per razza, cultura e di costume. Tra loro sorge un “malcontento”, sono divisi, contrapposti, l’accusa da parte degli ellenisti ai giudei è quella di trascurare le loro vedove nell’assistenza quotidiana. Incombe il pericolo della rottura della comunione all’interno della comunità. Pronta è la risposta al problema sollevato con uno stile collegiale, che mostra concreta attenzione ad esigenze legittime, proponendo un “piano pastorale” che consolida una nuova struttura ecclesiale. C’è il servizio alla Parola di Dio, che i dodici riservano alle loro cure, in quanto testimoni della risurrezione. C’è il servizio della preghiera e del culto, e c’è un servizio di “diaconia” che concretizza carità e solidarietà verso i più poveri della comunità senza trascurare nessuno. Queste attenzioni di “servizio”, l’accoglienza del Vangelo nell’ascolto e nella preghiera unita ad una attenta carità reciproca, testimoniano la priorità di cui ogni comunità cristiana deve tener conto: mostrare concretamente quanto grande sia l’amore di Dio Padre per i suoi figli.

Preghiamo

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto:
dell’amore del Signore è piena la terra.

(Sal 32)

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