IV Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore


1Re 19,4-8; Sal 33; 1Cor 11,23-26; Gv 6,41-51

Desideroso di morire Elia disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perchè io non sono migliore dei miei padri”. (1Re 19)

Il profeta Elia, perseguitato e braccato, è assalito dallo scoragiamento sulla riuscita della sua missione e pervaso dal desiderio di morire perchè non vede altra uscita. “Ora basta, Signore!”. Quante volte sale alle labbra una tale invocazione nei momenti di difficoltà. Il popolo isralita nel deserto, i profeti, persino i discepoli di Gesù. Una mormorazione che segna sì lo scoraggiamento, ma è anche un’invocazioe di aiuto nel riconoscimento delle proprie incapacità e limitatezza.
Ad Elia appare un angelo a confortarlo e ad indirizzarlo sul da farsi. E’ il segno della presenza divina che non viane mai meno, anche se noi non la percepiamo o ci rendiamo sordi alla sua voce.
La forza che Elia trae dal pane e dall’acqua che gli vengono donati gli permette di raggiungere il monte Oreb per incontrarsi con Dio; l’eucaristia, il pane donato da Gesù corrobora la Chiesa ed ogni fedele per l’incontro con Dio al termine del pellegrinaggio di vita a ciascuno assegnato, e nelle ristrettezze del quotidiano.

 

Preghiamo col Salmo

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

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