XII DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Ger 25,1-13; Sal 136; Rm 11,25-32; Mt 10,5b-15
“Il Signore vi ha inviato con assidua premura tutti i suoi servi, i profeti, ma voi non avete ascoltato e non avete prestato orecchio quando vi diceva: Ognuno abbandoni la sua condotta perversa e le sue opere malvage”. (Ger 25)
L’uomo non riesce a conoscere a fondo il disegno di Dio, con i suoi eventi suscitati e condotti secondo una misteriosa sapienza. Ma sono certe la volontà di salvezza e la misericordia universale. Dio ha usato misericordia anche verso i pagani e continuerà ad elargire i suoi doni di grazia mantenedo la sua chiamata.
I testi biblici utilizzano il linguaggio forte del castigo di Dio verso coloro che non vogliono accogliere la sua parola o la disconoscono, il senso non è certo di avvalorare lo spirito di vendetta e di contrappasso, ma solo di inisistere sul fatto che se compiamo il male nessun intervento prodigioso è può annullare gli effetti sempre nefasti. Nessuno potrà gloriarsi agli occhi di Dio, nè vantare meriti propri; al contrario, tutti dovranno solo rendere grazie perchè Dio è pietoso verso tutti.
Tutta la nostra esistenza è avvolta dalla misericordia di Dio, che è pure la ragione della nostra gioia eterna, e che ora apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza per l’affermazione della verità e del bene.
Preghiamo col Salmo
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.