Martedì, Settimana della XII Domenica dopo Pentecoste
S. Simpliciano
Ne 2,9-201; Sal 50; Lc 12,49-53
“Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo, poichè Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!”. (Ne 2)
Neemia, israelita alla corte del re persiano Artaserse, giunge a Gerusalemme, inviato dal re, per portare pace e ricostruire le mura di Gerusalemme. Vi resta tre giorni, senza dire a nessuno ‘quello che Dio gli aveva messo in cuore’, e dopo aver esaminato le rovine, si reca dai responsabili della città e li incoraggia, in nome di Dio, a mettere mano alla ricostruzione ed essi gli diedero fiducia e si misero al lavoro con decisione. Non mancarono però coloro che li schernivano e che non volevano che si facesse il bene degli Israeliani.
La storia non cambia, c’è sempre chi cerca di ostacolare il bene, di impedire che si ricostruiscano i valori di sostegno del popolo. Anche Gesù lo dice nel brano evangelico. Nonostante le sue parole siano di incoraggiamento al bene e alla giustizia, e mirino alla pace, determinano divisioni e portano a conflitti anche tra i membri di una stessa famiglia.
Preghiamo col Salmo
Esalterò,Signore, la tua giustizia.
Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto mi insegni la sapienza.
Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato.