Sabato, Settimana VII di Pasqua . Vigilia di Pentecoste
1Cor 2,9-15a; Sal 103(104); Gv 16,5-14
«… prenderà da quel che è mio e ve l’annuncerà». (Gv 16,14)
Lo Spirito di Dio è colui che conosce le profondità sia del Creatore che dell’uomo, sua creatura. Do po la passione, morte e resurrezione di Gesù, vie ne consegnato a noi per svelarci i “segreti” di questa vicenda, perché in essa Dio ha mostrato il suo volto. Lasciandosi vivificare dal respiro del Risorto, l’uomo peccatore può finalmente guardare e vedere la realtà della storia dal punto di vista di Dio. Può così giudicare tutto e tutti. Perché è un giudizio di salvezza, eco del giudizio del suo Signore e Maestro.
Ma, come già detto, lo Spirito conosce anche le profondità della creatura. Egli sa quali pesi possiamo portare. La conoscenza di Dio ha un peso proprio…e può schiacciare! Lo Spirito sa regolare la comunicazione dei “segreti” di Dio commisurandola alla nostra capacità, affinché non ci schiantiamo come otri vecchi colmati di vino nuovo (Mt 9,17)!
Non è Dio ad essere geloso dei suoi “segreti”. Lo Spirito lavora su di noi affinché l’uomo vecchio, l’otre vecchio, ceda il passo all’uomo nuovo, quello che abita nella verità tutta intera.
Preghiamo col Salmo
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
La terra è piena delle tue creature.