Mercoledì, Settimana della Domenica XIII dopo Pentecoste

Ne 12,27-31.38-43; Sal 47; Lc 13,34-35

Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». (Lc 13,35)

Non è la fedeltà dell’uomo che mantiene il rapporto con Dio, è la fedeltà di Dio all’umanità che alimenta questa relazione. Gesù ci dice che Dio è come una chioccia che raccoglie i suoi pulcini sotto le ali. Anche nei momenti di smarrimento, quando ci sentiamo incapaci di vedere oltre le quotidiane difficoltà, non siamo abbandonati e ci sarà dato ancora di vedere la venuta di Dio nella storia, anche in quella personale.
La storia di Gerusalemme sta ad insegnarci come anche dopo la grande distruzione, si possono ricostruire le mura ed è giusto fare festa e ringraziare il signore che è sempre il custode della storia.

 

Preghiamo col Salmo

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.

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