XIII Domenica dopo Pentecoste

2Cr 36,17c-23; Sal 105; Rm 10,16-20; Lc 7,1b-10

In quel tempo. Il Signore Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza. (Lc 7,3-10)

La voce corre tra la gente. Si racconta ciò che Gesù va dicendo e facendo nel paese e il suo arrivo a Cafarnao suscita un certo scalpore tanto che un centurione, personaggio della milizia romana, decide di interpellarlo per la guarigione di un suo servo che gli era molto caro. E per raggiungere il suo scopo mobilita altri personaggi di rilievo – “alcuni anziani dei Giudei” – che ben possono essere ascoltati da Gesù, giudeo come loro. Una vera catena di solidarietà che coinvolge persone diverse e di alto lignaggio per ottenere la guarigione di un ‘servo’, come ci sottolinea il testo. Le persone coinvolte supplicano con insistenza, anche loro si fanno coinvolgere dalla catena di solidarietà per il servo malato. E Gesù apprezza tutto ciò, ancor più si lascia commuovere dal messaggio che il centurione gli fa pervenire con cui si scusa di non essergli andato incontro, ma non se ne riconosceva degno. A quel punto il servo è già guarito e Gesù non si fa ringraziare nè elogiare per quanto fatto, solo riconosce e indica il valore di tanta fede che quel centurione aveva mostrato!

Preghiamo col Salmo

Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.

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