Venerdì, Settimana della I Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

1Pt 2,13-25; Sal 22; Lc 16,19-31

Cristo patì per noi lasciandoci un esempio, ora sta a noi di operare il bene come uomini e donne liberi che usano la libertà contro l’ignoranza e la malizia. (1Pt 2)

Il quadro di vita che Pietro traccia nella sua lettera si ritrova in ogni tempo, anche in quello presente. Ci sono leggi e strutture sociali da rispettare e far funzionare al meglio, ci sono prepotenti e malfattori che infieriscono sui giusti e i più deboli, sono i patimenti che anche Cristo ha sofferto e vanno sopportati con pazienza.
Non è la pazienza della paura o della sottomissione al male, è la pazienza verso Dio che comunque tiene le fila della storia e conduce alla pienezza di vita del regno che non viene meno. Gesù soffrì ingiustamente ma si affidò a Dio che giudica con giustizia. E la parabola del ricco che dopo la morte subisce la pena della sua vita dissoluta, al contrario del povero Lazzaro che riceve consolazione dai tanti mali patiti e pazientemente sofferti, ci insegna che non ci sono monete speciali, nè privilegi nella considerazione dell’apporto in vita, e forse il povero Lazzaro ha fatto il bene più del ricco e ben pasciuto uomo ricco.

 

Preghiamo col Salmo

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male,
perchè tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

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