Mercoledì, Settimana della IV Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore
Gc 3,13-18; Sal 36; Lc 19,11-27
Non si deve vivere pigramente, ma con impegno laborioso, mettendo a frutto i doni ricevuti da Dio. (Lc 19)
Ci sono varie interpretazioni della felicità in terra, molte però contrastano con la linea di giustizia e verità indicata da Dio. Chi stima che la felicità stia nella vita squilibrata, nei continui festini, nella malvagità e nel potere su altri, subirà il castigo, fin da ora, perchè sarà schiavo della sua stessa corruzione.
Chi è saggio mostri con la buona condotta – ci dice l’apostolo giacomo – che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. A maggior ragione, chi ha avuto la possibilità di conoscere Gesù Cristo e si lascia invischiare in situazioni di vita sbagliate, sarà più responsabile di chi non ha avuto le stesse possibilità di partenza.
Gesù insegna a chi lo incalza per sapere quando sarà l’ultimo giorno, che bisogna essere laboriosi e mettere a frutto i talenti, ognuno al proprio meglio, perchè è quanto Dio ci ha dato in dono, senza fare i conti di un domani prestabilito, ma ponendo nelle mani di Dio il futuro proprio e degli altri.
Preghiamo col Salmo
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.