Lunedì, Settimana della IV Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore
Gc 2,14-26; Sal 111; Lc 18,28-30
Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel presente. (Lc 18)
Pietro chiede a Gesù di rassicurarlo sul fatto che non verrà meno la sua promessa di vita eterna per loro che lo hanno seguito senza riserve e Gesù ribadisce la vicinanza di Dio a quanti operano nella fede. Una fede che, comunque, è impegnativa, come afferma anche Giacomo nella sua lettera, perchè esige un comportanento coerente e fatto di scelte e di fatti reali. Senza opere la fede è morta; non basta un’adesione intellettuale a verità e precetti, ci vuole uno stile di vita adeguato. E la concretezza delle opere si esplica innanzi tutto nella carità verso i fratelli e nella piena fiducia nella Parola di Dio. Abramo ha creduto e fu chiamato amico di Dio; così la prostituta Raab che ha agito per il bene salvando i messaggeri dal pericolo di cattura, è giustificata da Dio.
Preghiamo col Salmo
Il giusto opera il bene e vive con fede.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.