V Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

Dt 6,1-9; Sal 118; Rm 13,8-14a; Lc 10,25-37

Tutti i comandamenti si ricapitolano in questa parola: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. (Rm 13)

Dobbiamo svegliarci dal torpore spirituale, dalla pigrizia nell’impegno della fede, della stanchezza con cui mettiamo in atto il vangelo. Il giorno che è vicino ci dice la vicinanza del giudizio di Dio, della definitiva venuta di Cristo nella nostra vita, dell’imminenza della fine del mondo. Il discepolo del signore si comporta con onestà e non si lascia impigliare da mire che non corrispondono alla’insegnamento di Gesù. Paolo chiama queste virtù le ‘armi della luce’ che possono tenerci lontani dalle ‘opere delle tenebre’.
La parabola del buon samaritano che l’evangelista Luca ci riporta è la sintesi del comando di amore verso il prossimo che sintetizza la legge di Dio. Gesù precisa chi è il nostro prossimo, e ci dice di farci prossimo a chi è nel bisogno, senza calcolare la sua appartenenza o origine. L’amore portato da Cristo è annunziato a tutti, i giudei, ai samaritani, ai gentili.

 

Preghiamo col Salmo

Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

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