Sir 44,1;48,15b-21; Sal 77; Mc 4,26-34

 

“Invocarono il Signore misericordioso, tendendo le mani verso di lui, e il Santo li ascoltò subito da cielo e li liberò per mezzo di Isaia”. (Sir 48)

Le vicende della vita delle singole persone e dei popoli, sono da leggere entro il grande disegno di Dio che a tutti provvede e a tutti chiede fedeltà e giustizia.
Ma il regno di Dio ha una sua legge di crescita e di maturazione, non segue i tempi brevi della nostra aspettativa, talora si estende su archi di spazio temporale molto ampi e che noi non riusciamo a scorgere interamente. Gesù ci insegna questa pazienza e tenacia nell’attesa: il disegno del Padre progredisce nel silenzio e infallibilmente con una sua energia nascosta, come il seme nella terra che si trasforma e diventa pianta.  Gesù ci insegna ad avere la pazienza dell’attesa e la forza della speranza: entrambe scaturiscono dalla parola di Dio che non muta e non tradisce. Insieme alla fiduca che la sua grazia ci sostiene anche nei momenti di incertezza o di oscurità.

 

Preghiamo col Salmo

Ricordarono che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore;
lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.

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