Giovedì, Settimana della III Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

Gc 1,19-27; Sal 36; Lc 18,18-23

 Di fronte all’invito di Gesù di lasciare tutto per seguirlo, il ricco si rattrista perchè non sa rinunciare ai suoi molti beni materiali. (Lc 18)

La Parola di Dio, seminata nel cuore, deve portare frutto nelle opere: non basta ascoltarla, va pure attuata. E molte sono le opere, parole, azioni comportamenti, che testimoniano con coerenza quanto la Parola insegna. Se si trascurano le opere, la Parola diventa evanescente e non lascia segno. “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola – ci dice l’apostolo Giacomo – e non soltanto ascoltatori di essa, illudendo voi stessi”. I testi liturgici di oggi mirano ad insegnare che il criterio di vita di Dio è semplice e sostanziale: non sono i beni materiali, le ricchezze accumulate, le grandi imprese compiute, seppur onestamente, a portare la vera felicità, a dare il pieno senso della vita, ma il porle a disposizione di chi è più povero, il camminare nella verità, la ricerca costante di quanto il Signore ci chiede a servizio degli altri e del regno.

 

Preghiamo col Salmo

 Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui.
Desisti dall’ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: non ne verrebbe che male;
perché i malvagi saranno eliminati.
I poveri invece avranno in eredità la terra.

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