III Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore
Is 32,15-20; Sal 50; Rm 5,5b-11; Gv 3,1-13
Cristo ha consegnato la sua vita per un’umanità peccatrice, dimostrando così la gratuità assoluta dell’amore del Padre: il sangue di Gesù sulla croce ci ha riconciliato con Dio e giustificati. (Rm 5)
Dio dimostra il suo amore avendoci donato Cristo quando ancora eravamo nel peccato, ci insegna l’apostolo Paolo, quindi non abbiamo di che vantarci se non dell’amore incondizionato di Dio verso il suo popolo. Neppure il peccato riduce o limita l’amore di Dio. La gioia della redenzione è sottratta ad ogni incertezza, non c’è sfortuna o disgrazia che possa sminuirla: siamo sempre anticipati dalla carità di Dio.
L’invito ad entrare nel regno di Dio è rivolto e predisposto per tutti ma occorre essere consapevoli e cercarne la via di accesso. Come Nicodemo che di notte va da Gesù per farsi spiegare il vero significato della sua missione, e Gesù gli spiega che se non si rinasce nello Spirito non si può entrare nel regno dei cieli. Bisogna rinascere da acqua e Spirito: questo è il principio della vita rinnovata. L’acqua del battesimo e la grazia dello Spirito sono alla base della vera vita.
Preghiamo col Salmo
Manda il tuo Spirito, Signore,
e rinnova la faccia della terra.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.