Dt 26,1-11; Sal 96; Eb 11,1-2.8-9.23-29; Lc 5,1-11

“Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso”. (Dt 26)

La fede è il fondamento di ciò che si spera e di ciò che non si vede, ci dice l’apostolo Paolo. E’ la forza che ha tenuto saldo il popolo d’Israele durante la schiavitù in Egitto e gli ha fatto invocare l’intervento divino; è la stessa speranza che ha consentito ai popoli di resistere a tante difficoltà e a singole persone di uscire dalla propria terra per cercare una terra promessa.
E’ lo slancio che fa dire a Simone: “Maestro, abbiamo faticato tutta notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti”. Non sono prevedibili gli esiti di tanti nostri sforzi, ma c’è sempre la certezza che di ogni evento la mano del Signore porta a salvezza.

 

Preghiamo col Salmo

Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi.

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