Giovedi 22 febbraio

Gen 4,25-26; Sal 118 (119); Pr 4,1-9; Mt 5,20-26

«Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.» (Mt 5,20)

Gesù, dopo aver affermato di essere venuto a compiere la Legge, esorta i discepoli a tendere verso una giustizia «superiore». L’obbedienza ai comandamenti è piena quando giunge a oltrepassarli, andando oltre il loro nudo dettato. Se il precetto invita a «non uccidere», il discepolo desidera superare quanto qui è prescritto. Lo deve fare in due modi. Il primo: sapere che si può uccidere l’altro non solo quando lo si elimina fisicamente, ma anche quando, in qualunque modo, lo si espelle dallo spazio del cuore. Quando si cerca di non avere nulla a che fare con lui, anche attraverso parole d’ira o di disprezzo. Il secondo: non basta astenersi da questi atteggiamenti, cercando di non fare del male all’altro; occorre provare a riconciliarsi con lui, ritrovando il modo di camminare insieme, quando, per qualche ragione, si è diventati incapaci di farlo.

Preghiamo

Signore, indicaci qual è il traguardo
dove tu desideri condurci;
facci desiderare di oltrepassare
un nudo formalismo, la fredda osservanza
dei tuoi precetti.
Conduci tutti noi nella verità del tuo amore.

[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]

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