Lunedi 19 febbraio
Gen 2,18-25; Sal 1; Pr 1,1a.20-33; Mt 5,1-12a
E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». (Gen 2,18)
«Non è bene che l’uomo sia solo.» «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.» All’inizio della storia c’è questo desiderio di Dio: che l’uomo sia felice. All’inizio della predicazione di Gesù c’è lo stesso desiderio: che l’uomo sia beato, goda di una vita piena. Una gioia da cercare non chissà dove, ma in una comunione che renda meno sola la vita, in un amore che trasformi l’amarezza della solitudine nella bellezza dell’incontro. L’incontro con l’altro, con l’altra, come accade ad Adamo, al quale Dio dona Eva. L’incontro con Dio, perché ai poveri Gesù promette la beatitudine del Regno, vale a dire la comunione con il Padre. Occorre perciò essere poveri nello spirito, che è sempre spirito di comunione. Occorre riconoscere la propria povertà, la propria solitudine, e vivere nell’attesa di ciò che solo Dio può e vuole donarci.
Preghiamo
Noi ti ringraziamo, Signore,
perché tu consoli la nostra vita,
rendendola partecipe
della gioia del tuo Regno.
Riconosciamo la nostra povertà:
sia lo Spirito la nostra ricchezza.
[«Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?» Lc 12,57 – LO SPIRITO, MAESTRO INTERIORE –
Quaresima e Pasqua 2018 -Centro Ambrosiano]