Venerdì, Settimana della Domenica I dopo Pentecoste

Es 12,29-36; Sal 104; Lc 4,42-44

Sul far del giorno il Signore Gesù uscì e si recò in un luogo deserto, ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo. (Lc 4)

L’accostamento dei testi della liturgia odierna testimonia il contrasto permanente di fronte alla verità di Dio e al suo disegno sulla storia umana. Da una parte un lento e sofferto percorso, contrassegnato da prodigi e ‘trattative’ tra Mosè e il faraone per lasciare l’Egitto, che lascia sgomenti sia gli egiziani che gli israeliti, e la decisione del faraone di far partire al più presto quel popolo che sembra sia causa di morte per l’Egitto, dopo la decima piaga che colpisce proprio i primogeniti del popolo. E da parte degli israeliti la decisione di portare con sè gli oggetti preziosi recuperati dagli egiziani stessi.
Ogni cambiamento di vita porta con sè un senso di morte insieme a un desiderio di conservare quanto accumulato nel passato, spesso senza pensare che il futuro può avere altre promesse da realizzare. Mentre, con Gesù, vediamo una folla che lo cerca, lo attende, quasi lo insegue, perchè stia con loro e non se ne allontani. Ma lui non si lascia trattenere perchè deve andare in tutte le città e portare a tutti l’annuncio del regno. Oltre ogni staticità, bisogna guardare a quanto il regno ci offre senza trattenersi ai traguardi raggiunti, o senza temere di non averne altri in futuro.

 

Preghiamo col Salmo

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
e i giudizi della sua bocca.

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