Ez 13,1-10; Sal 5; Sof 3,9-13; Mt 17,10-13
«I discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? … Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto…». (Mt 17,10.12a)
È possibile che in attesa di un avvenimento importante esso ci scavalchi senza che ce ne accorgiamo. Avviene agli scribi che attendevano Elia incaricato a preparare la strada al Messia ma non si accorgono che è Giovanni Battista l’inviato. In questo vangelo il Signore ammonisce i discepoli a fare attenzione ai segni dei tempi. Saranno segni strepitosi ma umili, grandi ma silenziosi. Saranno segni che porteranno alla sofferenza dovuta anche all’incomprensione. Il Signore ci parla al cuore attraverso avvenimenti personali, famigliari e sociali: tutto dipende da noi, quale voce vogliamo ascoltare e rendere attiva nella vita. Questo esige capacità di accogliere gli inviti della grazia senza ritardi o rimandi rimanendo vigili, perché non accada che davanti alle povertà prodotte dalla cultura del benessere, il nostro sguardo si indebolisca e diventiamo incapaci di mirare all’essenziale. L’essenziale che si concretizza nel guardare Gesù nell’affamato, nel carcerato, nel malato, nello straniero, …
Preghiamo
Fa’ che sia disponibile ed accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così, senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino e a ritrovare nuove strade di amore e di pace.
[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]