Ez 9,1-11; Sal 85 (86); Ml 3,13-18; Mt 13,53-58

«Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi». (Mt 13,57)

Gesù ritorna nella sua città, ma alla gente di Nazaret non piacciono le sue parole e molti rimangono scandalizzati. Anche davanti ai miracoli e fatti prodigiosi chiudono il proprio cuore e rimangono nella durezza dell’indifferenza e della critica. Anche noi corriamo il rischio di rimanere chiusi di fronte alla semplicità della persona di Gesù che opera prodigi nella gratuità e nel silenzio, invece di fatti rumorosi che portano al successo e alla riconoscenza del mondo, con privilegi e guadagni. Gesù, pur volendo, non può fare nulla e si meraviglia della mancanza di fede. E noi sappiamo riconoscere Gesù? Sappiamo accogliere la sua Parola? Anche noi abbiamo il cuore chiuso e non ci fidiamo del suo amore che ci chiama e ci coinvolge? Come possiamo fare in modo che Gesù possa, anche attraverso la nostra collaborazione, operare i prodigi del suo amore, guarire e illuminare i cuore di tutti? Chiediamo che, in questo tempo di avvento, possiamo imparare ad aprire il nostro cuore per credere al suo amore e superare le nostre incredulità.

Preghiamo
Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome. (dal Sal 85)

[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]

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