Mercoledì, Settimana della V Domenica di Pasqua
At 23,12-25a.31-35; Sal 123 (124); Gv 12,20-28
«Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”». (Gv 12,20-21)
Il desiderio di vedere Gesù non può essere determinato dalla curiosità o dalla fama che si diffondeva al suo riguardo. Quel desiderio esprime la volontà di un incontro con lui che possa dare una ragione nuova alla propria vita, un senso alla scelte, un futuro al proprio impegno. È un desiderio che esprime una logica di conversione ed apre ad una prospettiva nuova.
Per questo Gesù parla di un seme che cadendo a terra muore ma proprio per questo germoglia e porta frutto. La vita di chi incontra Gesù diventa capace di spendersi per i fratelli e di portare frutto per l’intera società. È una vita feconda e profetica, che genera comunione, che si esprime nella solidarietà. Il nome di tutto questo è “servizio”: cioè il modo di stare davanti a Dio e in mezzo agli altri facendo di sé un dono offerto con generosità e con totalità. Questo stile acquista la forza di essere rivoluzionario perché non cerca garanzie per sé ma il bene di tutti, la gioia degli altri. Se tutti agissimo in questo modo certamente potremmo abitare un mondo diverso.
Preghiamo
Ti rendiamo grazie Signore
perché hai fatto della tua vita un seme
fecondo per tutti.
Fa’ che, contemplandoti,
possiamo vivere come hai vissuto tu.