Es 33,7-11a; Sal 35 (36); 1 Tes 4,1b-12; Gv 9,1-38b

 

“Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe”, quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. (Gv 9,5-7)

 

Giovanni ci descrive un grande miracolo, o meglio un segno, compiuto da Gesù su un uomo cieco dalla nascita. È un segno che indica qualche cosa anche a noi, oggi. Prima di tutto ci conferma che Gesù è la luce del mondo, infatti, dona la vista a chi non l’ha mai avuta. Questo fatto poi, rimanda ad una realtà spirituale: alla luce della fede. Il cieco guarito dimostra, infatti, di avere una vista più acuta di quanti vedono con gli occhi del corpo, arrivando a riconoscere in Gesù, il Figlio di Dio e credere in Lui. Noi a chi assomigliamo, al cieco nato e risanato, oppure ai farisei? I nostri occhi riescono a vedere il Signore presente e operante nel nostro quotidiano? Crediamo in Lui?

 

 

Preghiamo

La tua Parola nel rivelarsi illumina,

dona saggezza ai semplici.

I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza,

fa’ risplendere il volto sul tuo servo

 

dal Salmo 118 (119)

 

Impegno settimanale

Riscopro il dono di essere figlio di Dio ringraziandolo per il battesimo ricevuto.
 

 

[La Parola ogni giorno – "Questo è il mio corpo, che è dato per voi". Pane di vita per le genti – Quaresima 2012 – Centro Ambrosiano]

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