Ez 4,4-17; Sal 76 (77); Gl 3,5-4, 2; Mt 11,16-24

 

«A chi posso paragonare questa generazione? É simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano…». (Mt 11,16)

 

Da attento osservatore della realtà, Gesù tratteggia un qua-dro sempre molto attuale. In una piazza di paese (forse la sua Nazaret) un gruppetto di bambini annoiati e scontenti, fanno rimbalzare gli uni sugli altri il loro malumore: non accettano la proposta di giocare alle nozze facendosi coinvolgere in un ballo, rifiutano di mimare un lamento funebre. Gesù paragona lo scontento dei ragazzini allo scontento della sua generazione che non accetta, anzi critica aspramente, sia Giovanni Battista che Cristo Gesù. Del pri-mo arrivano addirittura a dire che è un indemoniato, quanto al Signore non esitano ad “etichettarlo” di essere un “mangione e beone”. Come sono lontani, nella loro cecità e immaturità spirituale, a cogliere il senso dell’austerità di Gio-vanni Battista e come assolutamente non capiscono che il sedere qualche volta a convito coi peccatori è altissima espressione della benevolenza di Gesù per quanti hanno più bisogno di lui! Il brano di oggi vuole richiamare la nostra attenzione: lo scontento e la facile critica distruttiva sono frutto d’immaturità umana e spirituale. “Chi non ha carità trova sempre ragioni naturali da portare per mormo-rare, per scusarsi e accusare, invece chi ha la vera carità spirituale trova sempre ragioni per compatire, per adattarsi agli altri, per scusare almeno le sue intenzioni”

(beato Giacomo Alberione).

Preghiamo

É forse cessato per sempre il suo amore,
è finita la sua promessa per sempre?
Può Dio aver dimenticato la pietà,
aver chiuso nell’ira la sua misericordia?
Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.

(dal Sal 76)

 

da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano

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