Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 22,35-37

 

 Tito, forse battezzato dallo stesso Paolo, fu suo compagno nel concilio di Gerusalemme, fu poi da lui lasciato a Creta per completare l’organizzazione di quella comunità. Il contenuto della lettera a lui indirizzata riguarda il comportamento e la missione dei ministri e dei fedeli chiamati a seguire l’insegnamento di Gesù.  (Tt 1)

 

In poche frasi l’apostolo Paolo traccia il profilo di colui che ha ricevuto da Dio il compito di far conoscere la verità, di sostenere e guidare l’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna.  Tito riceve dall’apostolo l’incarico di organizzare la comunità di Creta stabilendo anche alcuni prespiteri la cui vita deve essere irreprensibile. Da veri testimoni della verità cristiana, essi devono curare una vita familiare serenza e ordinata, educare i figli nella fede e difenderli da percorsi di vita sbandati, non farsi guidare da sete di potere o ambizioni di successo. Insomma un uomo di Dio, che porta pace e serenità, fedele alla Parola in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori. Indicazioni che devono essere poste in atto da ogni fedele e non sonlo dai ministri del sacro.

 

Preghiamo col Salmo

 

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.
 

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