Venerdì Santo – Passione del Signore

 

Is 49,24-50,10; Is 52,13-53,12; Mt 27,1-56

 

Giunti al luogo detto Golgota che significa “luogo del cranio” gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò ma non ne volle bere: Dopo averlo crocifisso, “si divisero le sue vesti, tirandole a sorte”. Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. (Mt 27,33-35.50)

 

Il Re dei re, il Signore dei signori, è processato e condannato come un malfattore, schernito, schiaffeggiato, coronato di spine e crocefisso in mezzo a due ladroni. È un uomo che muore in croce, come tanti prima di lui e altri che verranno dopo. La sua morte però è diversa, resa unica dalla creazione che vi partecipa con fatti eccezionali e ciò fa dire al pagano Centurione: “Costui era veramente il Figlio di Dio”. A questa professione di fede siamo chiamati anche noi. Non imitiamo invece Pilato, perché la morte di Gesù ci tocca da vicino, ciascuno di noi è responsabile, è per i nostri peccati che è stato crocefisso. Davanti alla croce chiediamo la grazia di un sincero dolore per le nostre colpe, del pentimento e della conversione.

 

Preghiamo

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,

perché sei tu la mia difesa.

Mi affido alle tue mani;

tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.

 

dal Salmo 30(31)

 

[La Parola ogni giorno – "Questo è il mio corpo, che è dato per voi". Pane di vita per le genti – Quaresima 2012 – Centro Ambrosiano]

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