Dt 31,24-32; Sal 32; Lc 8,26-33

 

Molte volte lo spirito immondo si era impossessato di quell’uomo: allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. (Lc 8,29b)

 

Oggi Gesù sbarca in terra pagana e gli viene incontro un uomo disumanizzato dal male che lo possiede, sfigurato tanto da non sembrare più d’uomo il suo aspetto, incapace di abitare come uomo tra gli uomini perché divenuto abitazione della Legione malvagia. Questi è tormentato dalla sola presenza del Figlio del Dio Altissimo perché sente che di lì a poco dovrà uscire dalla dimora che abusivamente occupa e che la sua azione devastatrice è in pericolo.

Gesù ha appena ordinato al mare in tempesta di placarsi e non ha paura di affrontare la tempesta che scuote quest’uomo. La paura aveva più volte cercato di contenere gli effetti del male con catene e ceppi rivelatisi fragili; la parola di Gesù scioglie il legame fra l’uomo e il male e conduce ciascuno alla destinazione che gli è propria: lo spirito immondo all’abisso, l’uomo ad essere immagine di Dio e dimora del suo Spirito.

 

Preghiamo col Salmo

 

Riconosco che il Signore è grande,

il Signore nostro più di tutti gli dei.

Tutto ciò che vuole

il signore lo compie in cielo e sulla terra,

nei mari e in tutti gli abissi.

(dal Salmo 134)

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