Gen 3,9a.11b.15.20; Sal 86 (87); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-28
Immacolata Concezione
«Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (Lc 1,26-28)
“Abbiamo contemplato o Dio le meraviglie del tuo amore”: è questa l’esclamazione che sorge spontanea nell’ascolto della liturgia odierna. La meraviglia è proprio quella che viene dal contemplare il passaggio di Dio nella vita quotidiana di Maria. Se al passaggio di Dio si apre il cuore allora rimarrà traccia del suo venire nella nostra vita: la condizione importante è quella di coltivare un ascolto obbediente della parola del Signore. Maria ascolta il saluto, rimane turbata, chiede, si rende disponibile a qualcosa che è certamente più grande di lei: Maria è donna di fede, si abbandona nelle mani di Dio e proprio grazie a questa fede la sua vita diviene feconda.
La fede non le impedirà di interpellare l’angelo e di ricevere la risposta di cui ha bisogno. Maria ci insegna che la fede non sta in antitesi con il desiderio e con la possibilità di capire: se si crede in colui che ci interpella, colui che parla con noi è Dio. Domandare e ascoltare diventano atteggiamenti di obbedienza, vuol dire che si permette a Dio di agire nella nostra vita quotidiana.
Preghiamo
O Maria noi cantiamo la tua gloria perché grandi cose ha fatto in te l’Onnipotente. Giardino chiuso, fonte sigillata, fontana che irrori ogni fiore! Guidaci a te, Vergine immacolata: attratti dalla grazia che ti adorna noi seguiremo il tuo cammino, o Madre.
(Canto alla comunione)
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]