Ger 3,6a.5,15-19; Sal 101 (102); Zc 3,6.8-10; Mt 13,53-58

“Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi”. (Mt 13,57-58)

La presentazione ufficiale di Gesù nella sinagoga del suo paese, a Nazareth, fu un insuccesso. Dalla sorpresa iniziale per i suoi insegnamenti i suoi conterranei giunsero fino allo scandalo e la loro incredulità toglie a Gesù la possibilità di fare miracoli.
La frase più significativa di tutto il brano evangelico è quella relativa al suo essere motivo di scandalo. Questa ci introduce nel mistero di Gesù e l’atteggiamento dei suoi compaesani assomiglia a quello di tutti coloro che cercano di comprendere Gesù partendo unicamente da quello che si può sapere di Lui oggettivamente, dalla spiegazione logistica e storica delle origini, delle parentele, dell’ap-partenenza ad un gruppo. Tentare di spiegare Gesù partendo solo dall’intelligenza non è possibile, pensare solo di concentrarsi sui criteri umani porta in un vicolo cieco nel percorso della fede. Ogni profeta, sembra testimoniare Gesù, porta con sé l’incomprensione e proprio questa determina l’impossibilità di Gesù a compiere i miracoli. Il nostro cuore è pronto ad accogliere un Gesù mistero?

Preghiamo
Viviamo in questo mondo, o fratelli, con pietà e giustizia, in attesa della speranza beata e della venuta gloriosa di Dio onnipotente. Egli, che è giudice giusto, donerà una corona di giustizia a chi attende con amore la sua venuta.
(Canto alla comunione)

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]

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