Venerdì della settimana della VI domenica dopo l’Epifania
Sir 18,1-14; Sal 18; Mc 9, 42-50
“Che cos’è l’uomo? A che cosa può servire? / Qual è il suo bene e qual è il suo male? / Quanto al numero dei giorni dell’uomo, cento anni sono già molti, / ma il sonno eterno di ognuno è imprevedibile a tutti. / Come una goccia d’acqua nel mare e un granello di sabbia, / così questi pochi anni in un giorno dell’eternità. / Per questo il Signore è paziente verso di loro / ed effonde su di loro la sua misericordia”. (Sir 18)
Gli anni della vita umana sono poca cosa a confronto dell’eternità di Dio, ma in questi anni conosciamo difficoltà e debolezze e via via ci indeboliamo fino a non essere più resistenti a tutte le fatiche della vita, ma Dio è pietoso e infonde la sua misericordia. Siamo chiamati ad affidarci alla misericordia del Signore ricordando sempre che a noi è richiesta la fedeltà alla sua parola. E la ricerca della sapienza non conosce fine.
Per entrare nella vita eterna vale la pena di fare dei sacrifici e di condurre una vita regolata sulla legge dell’amore di Dio. Si deve fare attenzione a non frapporre ostacoli agli altri e non essere motivo di scandalo per i piccoli e i discepoli di Gesù. La vita secondo il vangelo porta la gioia ma richiede serietà e responsabilità.
Preghiamo col Salmo
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.