VI DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
Is 56,1-8; Sal 66; Rm 7,14-25a; Lc 17,11-19
Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. (Lc 17,12-14)
Gesù è sulla strada verso Gerusalemme, la meta ultima della sua vita terrena, e attraversa le regioni di Israele dove incontra la realtà dolorosa e contrastante della varia umanità. Qui si imbatte nei lebbrosi, la parte più esclusa dell’umanità, priva di ogni diritto, a partire dalla possibilità di accostare le altre persone, quelle sane. Ben dieci lebbrosi lo vedono a distanza e lo chiamano, lo riconoscono come maestro e ne invocano la pietà. Curiosa la risposta di Gesù. Non si fa carico della loro guarigione, ma li rimanda all’autorità della sinagoga. Loro se ne vanno, certo delusi dell’ennesimo rifiuto di aiuto, costretti ad allontanarsi da quanti sono sani, ma il loro grido non è stato vano e Gesù non li ha rifiutati. Addirittura li ha sanati senza chiedere nessun ringraziamento. Solo uno si rende conto che a tanto aiuto doveva corrispondere un riconoscimento di gratitudine e torna indietro per ringraziare.
Preghiamo col Salmo
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
sappia la terra come egli ci guida,
conoscano i popoli tutti come egli ci salva.