Venerdì, Settimana della V Domenica dopo Pentecoste
Dt 32,45-52; Sal 134; Lc 8,26-33
«Approdarono nel paese dei Geraseni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demoni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». (Lc 8,26-29b)
Pagina inquietante. Se poco prima Gesù aveva prevalso sulle forze della natura, ora sono quelle apertamente demoniache a venirgli incontro. Ancora assistiamo ad una scena in cui Egli è completamente padrone della situazione. Il pensiero torna a un precedente scontro diretto tra luce e tenebre: l’episodio delle tentazioni posto all’inizio della vita pubblica di Gesù, emblematico di tutta la sua missione, in cui affronterà in sé la lotta contro il Maligno e le sue seduzioni.
Sì, Gesù, per la salvezza dell’uomo, sfigurato nella sua dignità e libertà dal potere di satana, si rivela Signore più forte, ma della forza dell’amore che prende su di sé tutto il peso di questo stesso male e delle sue tentazioni, l’amore che paga di persona. La parola di Gesù scioglie il legame fra l’uomo e il male e conduce ciascuno alla destinazione che gli è propria: lo spirito immondo all’abisso, l’uomo ad essere immagine di Dio e dimora del suo Spirito.
Preghiamo col Salmo
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.