DOMENICA 23 DICEMBRE dell’incarnazione o della Divina Maternità
Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a
«Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio». (Lc 1,28-30)
Maria appare al centro dell’attenzione di Dio che, attraverso l’angelo, le parla e le propone una realtà apparentemente contrastante: ella è vergine e partorirà un figlio. Maria appare chiaramente turbata, domanda ma si rende comunque disponibile a quello che Dio le chiede, anche se apparentemente impossibile. Il suo atteggiamento è semplice, essenziale, si sente all’interno di un progetto più grande di lei. Maria ha fede, interpella l’angelo e da lui riceve risposta proprio perché credere non vuol dire essere asettici, ma essere consapevoli della grandezza di affidarsi a Dio.
Fin dall’antichità l’uomo ha atteso il compiersi della storia della salvezza ma la novità è proprio che attraverso Maria è Dio stesso che si fa uomo. È Dio stesso che ci dice che nulla gli è impossibile. Maria genera la vita, e la sua verginità è la prova che ciò che nasce in lei è dono dello Spirito di Dio. Solo grazie alla fede Maria diviene madre e madre di Dio. A noi cogliere l’esempio di Maria, donna di fede grande e di disponibilità assoluta, due caratteristiche che possono accompagnare la vita quotidiana di ogni credente.
Preghiamo
Maria, Madre di Dio, guidami nel cammino che conduce all’incontro con il Signore. Fa’ che io possa accogliere e comprendere la Parola come tu hai saputo fare.
Impegno settimanale
Nella gioia del Natale mi impegno a compiere atti di gratuità verso le persone che ogni giorno il Signore mi pone accanto e a riconoscere in loro Gesù che nasce nella mia vita.
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]