GIOVEDI 16 MAGGIO - IV settimana di Pasqua
At 13,13-42; Sal 88 (89); Gv 7,14-24
Sciolta l’assemblea, molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. (At 13,43)
Dopo il lungo discorso di Paolo nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, Luca ci ricorda la reazione degli astanti: non tutti sono convinti da quanto egli ha detto ma molti aderiscono alla fede annunciata. Tuttavia Paolo e Barnaba esortano alla perseveranza, uno degli atteggiamenti più importanti della vita cristiana. Nel tempo, infatti, si prova la verità dell’adesione al Signore. Se la perseveranza è la dimensione autentica del tempo del cristiano, allora capiamo in profondità la portata di queste affermazioni di Dietrich Bonhoeffer: «La perdita della memoria morale non è forse il motivo dello sfaldarsi di tutti i vincoli, dell’amore, del matrimonio, dell’amicizia, della fedeltà? Niente resta, niente si radica. Tutto è a breve termine, tutto ha breve respiro. Ma beni come la giustizia, la verità, la bellezza e in generale tutte le grandi realizzazioni richiedono tempo, stabilità, “memoria”, altrimenti degenerano. Chi non è disposto a portare la responsabilità di un passato e a dare forma a un futuro, costui è uno “smemorato”, e io non so come si possa colpire, affrontare, far riflettere una persona simile».
Preghiamo
Signore Gesù, tu ci riveli il mistero di Dio.
Per mezzo di te conosciamo il Padre
e siamo introdotti nella verità della sua rivelazione
che tocca la nostra vita.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]