LUNEDI 13 MAGGIO - IV settimana di Pasqua

At 9,26-30; Sal 21 (22); Gv 6,44-51

Allora Bàrnaba prese con sé [Saulo], lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. (At 9,27)

Il repentino mutamento dell’ex persecutore ha suscitato scompiglio nella comunità. Interviene Barnaba che introduce l’ex persecutore presso gli apostoli. Luca precisa la modalità con la quale Barnaba è stato mediatore con tre espressioni-chiave: «raccontò», «aveva visto il Signore», «aveva predicato con coraggio». Barnaba sa offrire un’interpretazione teologica dell’evento di Damasco. Non fa una cronaca, ma costruisce un racconto già interpretato secondo la fede. Infatti – è la seconda espressione – narra che Saulo «aveva visto il Signore», ma ciò non corrisponde per niente a quanto Luca ha raccontato. L’evangelista infatti aveva parlato di una voce che chiamava Saulo per nome, della sua risposta interrogativa: tutti fenomeni auditivi. L’ultima espressione richiama il coraggio: si tratta dell’audacia e della libertà, le caratteristiche distintive degli annunciatori del vangelo. Saulo condivide, dunque, il mandato del Signore risorto, cioè essere testimoni da Gerusalemme sino agli estremi confini della terra (cfr. 1,8). Quel parlare apertamente «nel nome di Gesù» indica che la potenza salvifica di Gesù opera ormai nella predicazione di Saulo.

Preghiamo

Signore Gesù,
non smetti di donarti a noi nell’Eucaristia.
Donaci di capire che questo dono chiede la nostra risposta
per intendere la vita secondo la tua prospettiva,
nel dono di noi stessi ai fratelli.

[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]

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