MARTEDI 28 MAGGIO - VI settimana di Pasqua
At 19,21-20,1b; Sal 148; Gv 14,1-6
Fu verso quel tempo che scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via. Un tale, di nome Demetrio, che era òrafo e fabbricava tempietti di Artèmide in argento […] disse: «Uomini, voi sapete che da questa attività proviene il nostro benessere. […] C’è il pericolo che il santuario della grande dea Artèmide non sia stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che tutta l’Asia e il mondo intero venerano». (At 19,23-27)
La città di Efeso, posta sul mare, e capitale dell’Asia proconsolare romana, aveva un ambiente culturale e religioso ricco e vivace, di cui le imponenti rovine messe in luce dagli scavi archeologici, danno ancora oggi testimonianza: l’annuncio cristiano in un ambito così vario, finì per generare una Chiesa assai significativa che però si scontrò da subito con le «pratiche religiose» giudaiche e pagane. Alcuni esorcisti giudei uscirono malconci dal confronto con Paolo e la consistente presenza pagana suscitò una sollevazione contro i missionari cristiani, che mettevano in crisi il culto praticato al santuario di Artemide. La comunità cristiana dovette quindi rimanere salda nella fede di fronte a un’opposizione che proveniva da due fronti. Interessante per noi oggi riflettere come l’adesione alla fede in Gesù comportò una scelta precisa e pubblica circa libri, amuleti, etc. la cui distruzione fu un danno economico notevole per i proprietari.
Preghiamo
Signore Gesù,
anche oggi dobbiamo capire quali siano i nostri idoli
che ci illudono e ci allontanano da te.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]