Mercoledì della settimana ultima dopo l'Epifania

Qo 4,17-5,6; Sal 65; Mc 12,38-44

Il giudizio di Dio non è alterato dalle apparenze nè disorientato dalla grandezza delle opere, lui conosce il segreto del cuore e misura ogni azione per il valore autentico che essa ha. (Mc 12)

Quello che conta al giudizio di Dio non è la quantità di ciò che si offre, ma lo spirito con cui si fa l’offerta, la sincerità, il sacrificio reale che essa rappresenta e comporta. La povertà per Dio è ricchezza, e il poco che si dà può valere molto: tutto dipende dal cuore che si esprime in ogni gesto. La vedova che lascia in offerta la sua unica moneta, attua un gesto molto più significativo di chi ha lasciato una cospicua sommma, avendo molte altre ricchezze.
Il messaggio non è certo da considerare in termini puramente monetari, ma relativamente a tutte le risorse di cui una persona può disporre nella sua vita: ciò che la rende ricca e generosa è l’impegno che essa fa di tutte le sue capacità per costruire il bene. Ecco che ci incoraggia anche Quolet che ci dice di andare nella casa di Dio per ascoltare piuttosto che per offrire sacrifici, perchè non sono i nostri sacrifici che fanno la salvezza ma la parola e la misericordia di Dio nei nostri confronti.

 

Preghiamo col Salmo

Dio ha ascoltato la voce della mia preghiera.
Se nel mio cuore avessi cercato il male,
il Signore non mi avrebbe ascoltato.

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