Martedì della settimana ultima dopo l'Epifania
Qo 3,1-8; Sal 144; Mc 12,18-27
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. (Qo 3)
Continua la lettura sapienziale del Qoelet che ci conduce ad una comprensione dei nostri giorni illuminata dal disegno di Dio, perchè nulla è lasciato al caso, ma tutto ha il suo momento ed il tempo della vita è scandito per tappe ed esperienze distinte.
Ci dà l’idea di un ordine, da riconoscere e da rispettare: tutto ha il suo momento, e il suo significato. Ma non si può pretendere di trasferire l’organizzazione di vita terrena anche nel tempo dopo la morte: Gesù rimprovera i sadducei che cercano di metterlo in difficoltà rimandadoli a una lettura più attenta della parola di Dio. Perchè il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, non è Dio dei morti ma dei viventi: la vita nei cieli eterni è nelle mani solo di Dio e non la si può misurare con le formule umane.
Anche i legami parentali e familiari che hanno segnato la vita terrena non saranno ripetuti in egual misura nell’eternità dei cieli. Ma non sta a noi sapere come saranno.
Preghiamo col Salmo
O Dio, ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.