II Domenica dopo la Dedicazione
Is 25,6-10a; Sal 35 (36); Rm 4,18-25; Mt 22,1-14
Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. (Mt 22,8-10)
In questa parabola, al di là del velo dell’allegoria, c’è una storia vera e drammatica: la storia d’Israele che respinge la salvezza, che si chiude davanti al disegno di Dio, rifiutando il Vangelo. In questa prospettiva è chiaro che i servi sono i profeti dell’Antico Testamento e anche gli apostoli che Gesù ha inviato prima di tutto agli ebrei, i quali sono qui raffigurati dagli invitati scortesi. Quelli poi che vengono invitati per ultimi, a prendere il posto dei primi, sono i pubblicani e i peccatori che accolgono la Parola di Gesù e precederanno le persone così dette perbene, nel regno di Dio.
Preghiamo
O Signore, è bello percepirci
come Popolo fedele di Dio.
Donaci la Grazia di acquistare pienezza
quando «il nostro cuore si riempie di volti e di nomi» (EG 274).