Ger 2,1-2a.3,1-5; Sal 76 (77); Zc 1,1-6; Mt 11,16-24

«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!». È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: «È indemoniato». È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: «Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori». Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». (Mt 11,16-19)

I giudei rigettano la parola di Dio, in qualsiasi modo venga loro proposta: il loro comportamento non è quello degli eroi, ma quello dei bambini testardi e capricciosi. Gesù si lamenta per la mancanza di coerenza della sua gente. Loro inventavano sempre qualche pretesto per non accettare il messaggio di Dio che Gesù annunciava. Di fatto è relativamente facile trovare argomenti e pretesti per rifiutare coloro che pensano in modo diverso dal nostro. Il mondo della Bibbia invece invita a vedere la bellezza dell’accogliere la sapienza senza mezzi termini. La vera sapienza è quella di Dio, con la quale si comprende il suo piano sul mondo e sull’umanità da lui scelta ed eletta. Le opere di Gesù e di Giovanni dicono al mondo che sono sulla via della verità e che, quindi, quelli che sbagliano sono coloro che non accolgono il dono dello Spirito e di Gesù. Come allora superare questa tristezza? Aprendo il cuore a cogliere i segni della presenza di Gesù, a saper riconoscere il segno deisuoi miracoli. Essi sono l’epifania dell’azione dello Spirito, della misericordia di Dio.

Preghiamo

O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli. (dal Sal 77)

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]

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