Sabato 8 giugno - VII settimana di Pasqua

1Cor 2,9-15a; Sal 103 (104); Gv 16,5-14

Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. (1Cor 2,11-12)

Lo Spirito Santo che viene ad abitare nel cuore del cristiano lo rende dimora di Dio. Questo è il mistero della vita spirituale. Attraverso la sequela Cristo non è più esterno a noi. Non è solo il maestro da seguire, non è solo il precursore sul cammino del Padre. È in noi. Noi seguiamo Cristo e lo incontriamo; Cristo viene a noi e noi torniamo a lui. Ma Cristo è anche presenza continua in noi nelle nostre profondità. La sua parola accolta dimora in noi, il suo corpo e il suo sangue diventano il nostro corpo e il nostro sangue, rendono il nostro stesso corpo tempio di Dio. Questo continua a realizzare lo Spirito in noi, conformandoci a Cristo, realizzando in noi l’uomo nuovo non più secondo il peccato ma secondo la grazia. L’amore con cui Dio ci ha amato diventa l’amore con cui noi amiamo gli uomini. Di questa indicibile realtà non si possono dire parole persuasive, c’è solo da contemplare il mistero cristiano. Quel mistero per cui addirittura a noi uomini è concesso nell’ora della morte di dire: «È Cristo che soffre in me, è Cristo che muore in me».

Preghiamo

Gesù,
donaci l’abbondanza del tuo Spirito
perché noi diventiamo sempre più
somiglianti a te, nostro unico Signore.

[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]

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