MERCOLEDI 24 FEBBRAIO

 

 

Gen 14,11-20a; Sal 118 (119),41-48; Pr 6,16-19; Mt 5,38-48

 

 

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt 5,43-48)

 

 

La vendetta tende a fare un male più grande di quello ricevuto. Per questo il Signore sembra chiedere l’impossibile: amare i propri nemici. Gesù ci chiede di coltivare in noi un cuore buono, capace di credere nella reale possibilità di conversione nostra e dei nostri fratelli. E anche quando tutto ciò dovesse diventare impossibile, il Signore ci indica la via della mitezza che va esercitata nella dolcezza, ma anche nella fermezza di chi cerca di promuovere la giustizia. Giustizia che viene solo dal cuore di Dio, l’unico perfetto. Quando scopriamo nel nostro intimo qualche piccola conversione, tutto ciò diventa motivo di gioia profonda; perché mai dunque non dovrebbe esserlo la possibile conversione di chi ci sta vicino? Impariamo a lasciarci stupire da quest’ottica così stravolgente.

 

 

Preghiamo

 

Signore, insegnami, a non amare solo me stesso,

a non amare soltanto quelli che mi amano.

Insegnami a pensare agli altri, ad amare quelli che nessuno ama,

e fa’ ; o Signore, che impari a soffrire della sofferenza degli altri.

Non permetter più, o Signore, che io viva felice e da solo.

Fammi sentire l’angoscia della miseria universale,

e liberami da me stesso

 

[Raoul Follereau]

 

 

[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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