Festa cristiana

 

Is 8,23b-9.6a; Sal 95 (96); Ebr 1,1-8a; Lc 2,1-14

 

«Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto».                (Lc 2,6)

 

Ecco Dio. Un Dio diverso da come lo vorremmo. È un Dio Bambino, che non risolve i problemi, ma ne crea, chiedendo accoglienza. Un Dio che non punisce i malvagi ma che dai malvagi è cercato per essere ucciso. Un Dio che si rivolge a noi poveri, perdenti, inquieti. Lui per primo povero, perdente, inquieto per amore. Se Dio è così significa che ama l’umanità al punto da diventare uomo. Se Dio è così significa che Dio è accessibile e ragionevole, tenero e misericordioso.  Si tratta di un Dio che ama prima di essere amato e questo significa che ha bisogno di noi, come ha avuto bisogno di una madre e di un padre. E che ognuno di noi può riconoscerlo e servirlo in ogni sconfitto, povero, abbandonato.

Dio vuole abitare tra le fragilità degli uomini: non dobbiamo avere il timore delle nostre mancanze perché Dio vuole abitare nelle nostra vita di ogni giorno.

 

Preghiamo

 

Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.    

           (Lc 2,14)

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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