Domenica dell’incarnazione - Novena di Natale

 

Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a

 

«Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria».     (Lc 1,26-27)

 

Maria ascolta la voce e le parole dell’angelo, non capisce subito il significato, ma si apre per accoglierlo, riflette su quello che ascolta. Maria prende sul serio l’annuncio, e presenta la sua situazione concreta: ella non può concepire, perché ancora non vive insieme a Giuseppe. Ma quello che è impossibile a noi è possibile a Dio, sarà infatti madre per intervento dello Spirito Santo. Rispondendo all’angelo, pur senza conoscere tutto quello che comporta il suo sì a Dio, Maria si dichiara la serva del Signore, disposta ad accogliere tutto quello che Dio vorrà fare in lei e a collaborare con il suo progetto, si rende disponibile, senza esigere garanzie. Senza uomini e donne aperti al dono dell’amore e disponibili a dare la vita Dio non può incarnarsi, e se essi non fanno spazio a Dio che entra nella loro vita, inviando il figlio suo, chiedendo rinuncia e dedizione, il loro desiderio di amare e dare la vita non può compiersi.

 

Preghiamo

 

Liete parole mi sgorgano dal cuore:

io proclamo al re il mio poema,

la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,

sulle tue labbra è diffusa la grazia,

perciò Dio ti ha benedetto per sempre.              

       (Sal 45,2-3)

                                               

Impegno Settimanale

 

Quale atto di cura vissuto da Gesù posso assumere per poi viverlo con i fratelli?

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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