Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32

 

«Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alla genti e gloria del tuo popolo, Israele».     (Lc 2,30-32)

                       

Simeone, docile allo Spirito Santo, va incontro a Maria e Giuseppe che portano al tempio il bambino Gesù e lo offrono a Dio per adempiere un preciso comando della legge di Mosè. Simeone prende nelle sue forti braccia quel bimbo fragile e piccolo. Lo leva in alto benedicendo Dio e predicendo di lui quel che esattamente coincide con la personalità del grande atteso: il Messia, il Salvatore del mondo intero. Simeone riconosce in questo bimbo la gloria del popolo d’Israele: il popolo eletto da cui era stato predetto che sarebbe germogliato il Messia. Però Simeone vede con gli occhi della fede il Salvatore promesso “davanti a tutti i popoli”. Gesù è la luce venuta a illuminare le genti, non una sola nazione, un’unica realtà etnica. È questa universalità del mistero di Gesù Messia che, come ha afferrato nella luce Simeone, può fare anche di noi delle persone luminose perché aperte alla sua luce, all’ampiezza della sua diffusione che giunge fino ai confini del mondo e della storia.

 

Preghiamo

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.        

              (Sal 97,2-3a)

 

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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