Dt 15,12-18b; Sal 97; Fm 1,8-21; Mt 8,5-15
 

 

Carissimo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. (Fm 1,8)

 

La proposta cristiana non è un’imposizione, ma si declina nell’ambito della carità, del rispetto della libertà altrui, e nel clima dell’amicizia. Nel testo del Deutoronomio sono date le condizioni dell’accoglienza e della condivisione: si parte dal debitore vincolato al creditore che diventa suo amico e si stabilisce con lui acquisendonoe le caratteristiche di vita e quasi l’identità.

Un insegnamento che l’apostolo Paolo riprende incoraggiando un discepolo ad accogliere una persona di cui lui si era preso cura. “Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io”. Farsi carico di altri è un invito che vale per tutti, in ogni tempo.

Così Gesù accoglie le sollecitazioni di un centurione ad intervenire per risanare un suo servo, e Gesù risponde prontamente lodando la fede di quell’uomo. Ed è la fede che muove l’azione di Gesù che non si cura che si tratti solo di un servo e non di un personaggio di rilievo! La sofferenza merita sempre e comunque una risposta di attenzione e di amore da parte di Gesù.

 

 

Preghiamo col Salmo

 

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

 
 

 

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